L'OTTO PER CHI LOTTA-Il Margine s.c.s
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L'OTTO PER CHI LOTTA

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Immagina di essere una donna e di esserlo in Iran, un paese regolato dalla Repubblica islamica, il cui capo supremo è una guida religiosa.
Immagina, una sera, di tornare a casa, accendere la televisione e scoprire che da lì a poche ore tu, in quanto donna, avrai l’obbligo di indossare il velo in ogni luogo che non sia casa tua. Non avrai più accesso agli studi. Non potrai più uscire liberamente senza che un uomo della tua famiglia te lo consenta.
Immagina ora di essere una madre iraniana e di dover dire a tua figlia che dal giorno seguente non potrà più recarsi a scuola. Immagina di spiegarle che certo, i suoi compagni continueranno a studiare, ad imparare, a costruire il proprio futuro, ma a lei invece non sarà concesso.
E se ti chiederà perché, immagina di dover dare l’unica risposta possibile: perché sei una donna.
Se domani ti trovassi ad affrontare tutto questo, lo accetteresti?
L’8 Marzo del 1979 il governo iraniano varò la legge che imponeva il velo obbligatorio a tutte le donne del paese. Due giorni dopo, il 10 Marzo, cominciarono le prime proteste in piazza. Le donne, pronte a rivendicare i propri diritti, scesero per le strade al grido di “Donna, vita, libertà”.
Il governo in carica si oppose con violenza alle rivolte e da allora le donne iraniane combattono battaglie quotidiane per la rivendicazione della loro libertà.
Il 16 settembre 2022, a distanza di quarant’anni da quell’imposizione, Mahsa Amini, ventiduenne iraniana, viene arrestata dalla Polizia morale perché non indossa correttamente il velo.
Muore poche ore dopo l’arresto nel carcere di Teheran.
Da quel momento ragazzi e ragazze cominciano a scendere nelle principali piazze di Teheran, protestando contro l’oppressione della Repubblica islamica e chiedendo giustizia. Chi manifesta senza indossare il velo, chi con una forbice si taglia i capelli pubblicamente e chi brucia l’hijab.
Ma, all’inasprimento delle rivolte, seguono violente repressioni da parte del regime.
Ad oggi il numero di civili uccisi ha superato i 500.
Il Margine, da anni impegnato nell’offerta di cure e servizi alla persona, crede fermamente nella lotta per la tutela dei diritti umani e non vuole rimanere in disparte quando si parla di rivoluzioni.
Quest’anno, quindi, in occasione dell’8 Marzo, ha deciso di pensare in grande. Partendo da una donazione interna dei soci lavoratori che hanno devoluto 8 euro della propria busta paga alla causa iraniana, si è arrivati a creare un progetto altrettanto ambizioso: una raccolta fondi il cui ricavato verrà destinato a chi ogni giorno spende le proprie risorse per aiutare donne vittime di sistemi governativi violenti e coercitivi. La libertà è di tutti, al di là del genere, della religione e dell’età. Quando viene negata anche solo ad un singolo essere umano, riguarda tutti, in quanto cittadini del mondo.
Si è pensato ad una campagna di raccolta fondi, che quindi implica un impegno superiore alla sola giornata di ricorrenza legata alla festa della donna, perché vogliamo farci portavoce di un messaggio forte: l’attenzione e la visibilità nei confronti della donna non può e non deve esaurirsi nella singola occasione celebrativa, ma deve farsi largo e affermarsi chiaramente ogni giorno.
La nostra vicinanza la rivolgiamo alle donne iraniane, come rappresentanti di una lotta per l’emancipazione e la tutela dei diritti di ognuna, ma anche alle donne afghane che dal 15 agosto del 2021 sono vittime del sistema coercitivo dei talebani e ancora alle donne ucraine, la cui furia cieca della guerra ha costretto ad abusi e atrocità indicibili.
Non è possibile salvare il mondo, ma è invece possibile aiutare chi vuole abitarlo con libertà e partecipazione.
Questa raccolta fondi verrà interamente devoluta all’associazione Pangea Onlus, da tempo accanto a centinaia di donne private dei propri diritti.
Anche una piccola donazione, può aiutare a fare qualcosa di grande.
Non restare a guardare. Dona anche tu.

Al seguente link sono presenti tutte le informazioni in merito ai progetti delle donne che danno vita a questa bellissima realtà.

https://pangeaonlus.org/

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