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Raccogliere fondi a suon di chilometri e sudore, una pedalata dopo l’altra.

Chi è appassionato di bicicletta ed ha a cuore una causa solidale, dovrebbe fare come questi temerari Personal Fundraiser, che sfruttano parte delle proprie vacanze estive per intraprendere dei bei viaggi sulle due ruote e contemporaneamente sostenere un’organizzazione non profit. Tra vecchie conoscenze di Rete del Dono e nuovi avventurieri, ecco tutti i segreti dei nostri ciclisti fundraiser.

Come funziona la raccolta fondi per ciclisti

Pedalare facendo del bene è facile: per trasformare la tua avventura in una sfida solidale basta scegliere il progetto di un’organizzazione non profit, aprire la tua campagna di raccolta fondi e poi coinvolgere i tuoi amici, parenti e conoscenti invitandoli a seguirti nel tuo viaggio e ad aiutarti a raggiungere il tuo obiettivo di donazione. Per fare il tifo per te basterà seguirti sui social e condividere tra le proprie cerchie il link della tua raccolta fondi. Ricordati che ogni donazione transata su Rete del Dono destinata a un Ente del Terzo Settore può essere portata in detrazione o deduzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.

Idee per raccogliere fondi in bici

  1. Creare un diario di viaggio

Marco Vegliante e la sua campagna record Cambia Marcia sono qui a ricordarlo: un blog come il suo è lo strumento perfetto, ma per aggiornare i propri sostenitori sull’avanzamento del percorso vanno bene anche i social. Una story giornaliera su Instagram (o anche solo un selfie, l’amatorialità dei contenuti paga sempre) con il counter della raccolta fondi e un aggiornamento sulla località raggiunta è tutto ciò che serve per dare continuità alla call to action utilizzata in fase di lancio.

  1. Youtuber che raccolgono fondi

Per una Organizzazione non profit riuscire a coinvolgere un personaggio già noto sul web o meno vuol dire ampliare immediatamente il pubblico a cui far arrivare il proprio messaggio. Ecco perché è andata così bene la campagna #pedalandocontroilcancro di Ciro Russo – campione di lotta greco-romana delle Fiamme Oro – e promette bene anche la traversata da Milano a Capo Nord di Pietro Franzese, youtuber del mondo delle bici che vuole raccogliere 1 euro per ogni chilometro del suo viaggio arrivando così a 5.000 euro.

  1. Una nuova sfida ogni anno

Diventare un ciclista personal fundraiser ricorsivo ha un grande vantaggio: poter fare affidamento su una community consolidata negli anni precedenti, da riattivare ogni anno su una sfida solidale e sportiva diversa. Come fa ormai da 3 anni Alessandro Mucci con la sua Pedalando per la Ricerca, che dopo due imprese e oltre 13mila euro raccolti quest’estate pedala dalla costiera Amalfitana a Termoli (Molise), in compagnia di un amico.

  1. Storytelling originali

Un viaggio on the road è anche l’occasione di usare la creatività, inventando sfide originali e con un particolare gancio al progetto che si vuole sostenere: Cataldo ad esempio ha pedalato in monociclo per 600 km – da Bologna a Nizza – per ADMO Emilia Romagna e il suo progetto Match at Home, che con un trapianto di midollo osseo gli ha permesso di guarire da un linfoma. Su una ruota sola, per ricordare e lasciarsi alle spalle quel periodo difficile e precario che è stata la malattia. Bastano 35 euro per iscrivere un nuovo donatore nel Registro nazionale e per ridare speranza alle 2.000 persone che attendono un trapianto.

Come fare una raccolta fondi in bici di successo: 3 canali

  • Messaggistica personale. Whatsapp è indispensabile per movimentare la raccolta, mandando messaggi personalizzati a chi conosci. Alcuni Personal Fundraiser che avevano puntato tutto sui social (non solo gli aggiornamenti, ma anche la richiesta di donazione) hanno poi dovuto constatare la mancanza di conversioni e spingere sui canali di messaggistica. Utilizzate anche Telegram, utile sia per aggiornare in tempo reale la community che per gli appelli di donazione.
  • Email. Chi sa usare una piattaforma di mailing semplice e gratuita può raggiungere anche chi ama meno essere raggiunto dai messaggi sullo smartphone: una email a settimana, con 3 foto per riassumere le tappe del viaggio, è sufficiente a ricordare la campagna.
  • I gruppi Facebook e Whatsapp. È un modo semplice e rapido per raggiungere persone non per forza già nella tua community, eppure già “profilati” per una certa appartenenza territoriale (es: il gruppo dei genitori della scuola) o per interesse (es: i cicloamatori) e quindi potenziali contatti “caldi”.
Aldo Lubrani

Laureato con lode in Relazioni Internazionali presso Università degli studi Roma Tre, Master in Europrogettazione presso Europa Business School di Bologna. Google Digital Training Certificate. Lavoro da anni nel settore Digital, Fundraising e Non Profit. Su Rete del Dono ricopro il ruolo di Project Manager nell'ambito Comunicazione, Digital e Personal Fundraising. Appassionato di viaggi, natura, pittura.

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