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Il 4 febbraio prossimo, per il ventitreesimo anno, si celebra la Giornata Mondiale per la Ricerca contro il Cancro. Un’occasione per prendere consapevolezza dell’impatto di questa malattia e per riflettere su cosa ognuno possa fare per combatterla. E i Personal Fundraiser sembrano saperlo bene: sono sempre di più infatti le raccolte fondi personali attivate da singoli per sostenere le cure di persone che stanno lottando contro un tumore.

Gerardo per l’amica Manuela

Ogni storia di malattia ha attorno a sé una comunità di persone pronte ad attivarsi per sostenerla. Come quella di Manuela, colpita nel 2020 da un carcinoma mammario metastatico. Per lei i medici dello IEO hanno individuato un’unica speranza: accedere a un nuovo farmaco sperimentale. La cura completa però costa 200mila euro: per questo, nel giro di una settimana dalla notizia, Gerardo Di Benedetto ha lanciato Aiutiamo Mamma Manuela. “Mai avrei pensato di diventare Personal Fundraiser, ma per lei non ci ho pensato due volte. Non so se riusciremo a raccogliere quella cifra, ma noi persone vicine a Manuela sentiamo una determinazione in più, stiamo facendo di tutto. Dovremmo dare noi a lei la forza di andare avanti e invece è lei che la dà a noi”.

Tanta motivazione in più

Impegnarsi in prima linea per una persona cara che si vede quotidianamente fa davvero la differenza. È però anche un incentivo per chi dona: sostenere la ricerca è una call to action più fredda rispetto a sostenere qualcuno. “Io semplicemente parlo di lei, racconto la sua storia e questo è un gancio fortissimo: anche chi non ha vissuto da vicino un’esperienza di malattia, si rivede in lei come donna innamorata della vita, come madre, come moglie. Poi Rete del Dono, consigliatami da un amico, sta facendo il resto occupandosi di tutte le incombenze burocratiche legate a una raccolta fondi e semplificando il processo di donazione”.

Una raccolta analogica

Ai social e all’attivazione di influencer anche solo per condividere la campagna, Gerardo preferisce il contatto diretto con le persone. “Sui social tanti possono essere raggiunti dal tuo messaggio, ma poi pochi donano. Invece la sorpresa ci sta arrivando da tantissime persone comuni, che non conoscono Manuela direttamente ma sono state coinvolte da chi le vuole bene. Dai colleghi di lavoro ai negozi che mettono una semplice cassetta delle offerte. A Ivrea poi si stanno attivando le squadre del famoso Carnevale. Anche un’associazione del mio paese, Forenza, ha organizzato uno spettacolo per contribuire”. Così, con la cifra raccolta finora, Manuela potrà iniziare la cura con le prime due dosi di farmaco.

Marco in ricordo del papà Flavio

Il prossimo 19 marzo, in occasione della Festa del Papà, Marco Catellani correrà la Maratona di Roma a fianco dell’AIRC nel nome di suo padre. “L’ho deciso la notte che ci lasciò, a causa di un tumore alla testa del Pancreas: avrei realizzato il mio sogno di runner di correre una maratona e lo avrei fatto raccogliendo fondi per la ricerca. Non l’avevo mai fatto e per me questa modalità di raccolta fondi è stata una bella scoperta”. Il timore di chiedere all’inizio un po’ c’è stato, ma la sua campagna La mia corsa contro il Mostro ha già centrato il primo obiettivo e ora punta ancora più in alto.

Costanti aggiornamenti per i donatori

Merito della community dei runner e degli amici, che lo stanno aiutando a diffondere il suo messaggio. “C’è chi ha donato come regalo di Natale, chi alimenta il passaparola ogni giorno. Anche le persone di una certa età, poi, sono riuscite a donare con facilità sulla piattaforma. Da parte mia uso molto WhatsApp e Instagram, pubblicando molti aggiornamenti su come mi alleno per prepararmi alla sfida sportiva. Correrò anche la mezza maratona di Verona e questo aiuterà ulteriormente la visibilità”. La cerchia più reattiva è sempre quella delle persone più vicine a Marco e alla sua famiglia, ma ci sono state anche donazioni inattese. “Sono arrivate da due persone che non vedo né sento da diverso tempo. Segno che la mia storia personale può toccare molti. Bello poter dire di aver contribuito anche io a sconfiggere il mostro, come succede nelle fiabe”.

Aldo Lubrani

Laureato con lode in Relazioni Internazionali presso Università degli studi Roma Tre, Master in Europrogettazione presso Europa Business School di Bologna. Google Digital Training Certificate. Lavoro da anni nel settore Digital, Fundraising e Non Profit. Su Rete del Dono ricopro il ruolo di Project Manager nell'ambito Comunicazione, Digital e Personal Fundraising. Appassionato di viaggi, natura, pittura.

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