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Per aprire una associazione no profit occorre stabilire la categoria di appartenenza, le risorse a disposizione e gli obiettivi da perseguire: a questo punto si può affrontare l’iter burocratico

 

Tutti i cittadini possono aprire una associazione no profit: lo prevede l’Articolo 18 della Costituzione. Tuttavia, ci sono alcune regole da rispettare e un iter da seguire, specialmente da quando è entrata in vigore la Riforma del Terzo Settore. Aprire una associazione no profit è una sfida entusiasmante che può portare grandi soddisfazioni ma che al contempo richiede passione, impegno e una forte condivisione di principi e valori. Vediamo dunque come aprire un associazione no profit e tutti i passaggi necessari.

 

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Cosa serve per aprire un’associazione senza scopo di lucro?

Prima di tutto, per creare una associazione non profit occorre determinare quale sarà lo scopo dell’associazione. Che problema o causa vuoi affrontare? Quali obiettivi vuoi raggiungere? Quali risorse hai a disposizione? Questi elementi sono necessari per redigere lo statuto, un documento che deve contenere informazioni essenziali come il nome dell’associazione, la sua sede legale, la sua finalità, le modalità di ammissione e uscita dei soci, le regole per l’assemblea dei soci, la gestione finanziaria, ecc. Oltre allo statuto, è necessario presentare anche un atto costitutivo presso la sede locale dell’agenziale delle entrate.

 

Dopo la registrazione, è possibile ottenere il codice fiscale dell’associazione e occorre aprire un conto corrente bancario intestato all’associazione. Questo conto sarà utilizzato per gestire le finanze dell’organizzazione stessa. Può essere utile consultare un esperto legale o un commercialista per assicurarsi di seguire correttamente tutte le procedure e adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla legge per le associazioni non profit. I documenti (statuto e atto costitutivo) possono essere redatti in autonomia o tramite notaio, ma in ogni caso devono risultare come scritture registrate.

 

Le caratteristiche di una associazione no profit

L’associazione no profit si caratterizza per l’assenza dello scopo di lucro. Questo significa che chi sceglie di intraprendere questa attività non lo fa per generare profitto, bensì per perseguire altri scopi, che devono riguardare l’interesse generale o di fasce di popolazione/settori che hanno bisogno di sostegno. Attenzione però. Questo non significa che le associazioni non debbano svolgere attività commerciali. Possono farlo, però gli utili vanno reinvestiti all’interno dell’associazione stessa al fine del perseguimento dei suoi obiettivi.

 

Sfatiamo quindi alcuni miti: una associazione no profit può avere personale pagato (entro alcuni limiti a seconda delle categorie) e gli stessi componenti dell’Organo Direttivo possono essere pagati (non nelle ODV). Può avere entrate di origine commerciale e può inoltre dotarsi di volontari.

 

Quanto costa fare un associazione no profit?

I costi per fondare un associazione no profit dipendono da diversi fattori, tra cui la struttura legale scelta, le necessità specifiche dell’associazione e i costi delle procedure amministrative. In generale, i costi associati alla costituzione di un’associazione principalmente riguardano la registrazione degli atti. Questi includono una marca da bollo da 16 euro ogni 4 facciate o 100 righe per l’atto costitutivo, insieme al modello di pagamento F23 per l’imposta di registro, che ammonta a 200 euro.

 

Poi, in base alle proprie esigenze e alle attività che l’associazione andrà a svolgere, possono essere previsti molti altri costi, dall’affitto di un locale all’acquisto di materiali e strumenti, dall’assunzione di personale stipendiato all’utilizzo di mezzi di trasporto. Non è possibile quantificare questi costi in generale ma è bene che ogni associazione faccia le sue valutazioni in merito al momento dell’apertura. Oggi molte attività si possono svolgere online e in autonomia, risparmiando molti soldi, ma è normale prevedere comunque un piccolo investimento di base.

 

Che tipo di associazioni si possono aprire?

Dopo la Riforma del Terzo settore le cose sono cambiate. Certo, è ancora possibile aprire una associazione seguendo l’iter “classico”, dunque con il solo vincolo di un minimo di tre soci, però così l’associazione non entrerà a far parte del Terzo Settore, opzione che riserva numerosi vantaggi. Scegliendo di entrare a far parte del Terzo Settore i soci dovranno scegliere una categoria di appartenenza tra:

Se si possiedono i requisiti previsti dal Codice del Terzo Settore, si può richiedere l’iscrizione al RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.

 

Cosa può fare un associazione no profit?

Gli ambiti in cui può operare una associazione no profit sono moltissimi. Vediamone alcuni.

  • Attività di beneficenza: supporto a individui o gruppi svantaggiati, ad esempio tramite distribuzione di beni di prima necessità, assistenza sociale o supporto psicologico.
  • Promozione della cultura e dell’educazione: organizzazione di eventi culturali, corsi, workshop e altre iniziative.
  • Tutela dell’ambiente: campagne di sensibilizzazione, progetti di pulizia ambientale, riforestazione, protezione della fauna selvatica e altre attività per la salvaguardia dell’ambiente.
  • Promozione della salute: campagne di prevenzione, servizi di assistenza sanitaria, promozione di stili di vita sani.
  • Supporto all’istruzione: borse di studio, corsi di formazione, tutoraggio accademico e altri servizi per migliorare l’accesso all’istruzione.
  • Sviluppo economico locale: progetti di microfinanza, formazione imprenditoriale, sostegno alle piccole imprese.
  • Assistenza legale: consulenza legale gratuita o a basso costo, assistenza per la risoluzione delle controversie, difesa dei diritti umani e promozione della giustizia sociale.
  • Attività ricreative e sportive: eventi sportivi, tornei, attività ricreative e sociali per favorire l’integrazione sociale, il benessere psicofisico e la coesione comunitaria.
  • Collaborazioni e partenariati con altre organizzazioni no profit, istituzioni pubbliche e aziende private per massimizzare l’impatto delle proprie attività e raggiungere obiettivi comuni.

 

Quali sono i vantaggi di un’associazione?

Aprire un’associazione no profit può offrire diversi vantaggi, sia per coloro che beneficiano dei servizi dell’associazione che per coloro che sono coinvolti nella sua gestione e attività. In primo luogo le associazioni no profit possono beneficiare di esenzioni fiscali su entrate, donazioni e attività correlate al perseguimento del loro scopo sociale. Questo può consentire all’associazione di massimizzare l’impatto delle sue risorse finanziarie. In particolare, come ricorda l’Agenzia delle Entrate, le associazioni beneficiano dell’esenzione dall’Ires. Come dicevamo, i benefici sono maggiori per gli Enti del Terzo Settore.

 

C’è poi tutta una serie di altri vantaggi “indiretti”: aprire un’associazione no profit può essere estremamente gratificante a livello personale, in quanto consente di contribuire al benessere della comunità. Inoltre, permette di entrare in contatto con persone che condividono gli stessi interessi e valori e offre opportunità di sviluppo personale e professionale molto rilevanti.

 

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Anna Maria Siccardi

Laureata in Fisica presso Università degli Studi di Torino. Imprenditrice attiva nel settore dell’innovazione digitale sin dal 1998, ha partecipato alla nascita e allo sviluppo di aziende web quali CHL, Bakeca, Seolab, Wickedin, Jojob. E’ membro del Comitato esecutivo del Club degli Investitori di Torino. Nel 2011 ha fondato Rete del Dono insieme a Valeria Vitali e da allora si occupa di trasformazione digitale del Terzo Settore.

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