Una forma innovativa di raccolta fondi e di cittadinanza attiva non può fare a meno della creatività e della freschezza dei cittadini di domani: ecco perché la cultura del Crowdfunding si sta diffondendo sempre più tra gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori.
E i risvolti educativi, per i ragazzi, vanno ben oltre l’aspetto didattico e di acquisizione di nuove competenze.
Educare al mondo
“Per la mia classe, ad indirizzo Comunicazione, il progetto di Crowdfunding si è rivelato molto più di un project work dove mettere in pratica i propri studi – dice Monica Iusco, insegnante di lettere del Liceo Scientifico Gaetano Salvemini di Bari – Mi ha colpito molto la crescita umana dei ragazzi: hanno saputo allargare lo sguardo oltre il loro mondo e sognare in grande, ma stanno dimostrando anche grande capacità di collaborare insieme. Un bel segnale dopo due anni di chiusure e di mancanza di rapporti interpersonali”. Ora dopo la fase di formazione e progettazione, per la sua 1G inizia il momento del lancio vero e proprio.
Osservare il proprio territorio
“Non sapevamo cosa fosse una campagna di crowdfunding – racconta Rita Elena Mastrogiacomo, alunna della 1G – e per noi esservi coinvolti vuol dire fare qualcosa che riguarda la scuola, ma ha confini più ampi. È un’esperienza nuova e non comune, che ci sta aprendo nuovi orizzonti oltre che fornirci un bagaglio di conoscenze che sicuramente ci saranno utili in futuro”.
A partire dal momento dell’individuazione del progetto da finanziare, che li ha fatti ragionare e modificare l’idea più volte, anche confrontandosi con la dirigenza della scuola: “Abbiamo osservato i bisogni della nostra scuola e l’abbiamo vista connessa al quartiere e al vicino centro polivalente, per poter fare qualcosa di utile per tutto il territorio”.
Avere un impatto sul mondo
Gli esperti hanno aiutato la classe a individuare la community a cui rivolgersi, con target anche esterni alla scuola e alle cerchie familiari: “Stiamo lavorando in sintonia e ci sentiamo tutti coinvolti. Siamo stati in grado di ascoltare ogni proposta e di dividerci i compiti riconoscendo a ciascuno il proprio talento migliore”.
Ora non resta che scendere in campo attivando le pagine social e diventando tutti personal fundraiser, con grande entusiasmo: “È la prima volta che sperimentiamo che un nostro contributo ha un impatto reale sul mondo attorno a noi: vedere che il proprio impegno può fare bene a tante persone rende felici”.
Un nuovo modo di fare scuola
“È il secondo anno che riproponiamo questo progetto rivolto alle scuole all’interno dello European Crowdfunding Festival” spiega Rosa Porro, esperta di Crowdfunding dell’Università degli Studi di Bari. “E rileviamo ancora una volta come queste iniziative tirino fuori ai ragazzi delle competenze innate che, talvolta, non emergono nelle classiche attività didattiche. Lavorando in gruppo gli alunni mostrano una voglia di fare concreta che va oltre la teoria. Gli alunni sentono la libertà di mettere in pratica le proprie passioni, anche extrascolastiche: è un nuovo modo di fare scuola e cultura”.