Può il crowdfunding aggregare le persone attorno al concetto di bene comune? Sì, proprio per il suo essere una forma di raccolta fondi bottom-up: in questo caso si parla di Crowdfunding civico, iniziativa che attiva la collettività per finanziare progetti di valorizzazione di beni pubblici. È il caso della campagna Seminato, che sta rappresentando un tassello importante del percorso partecipativo innescato dall’Associazione Giardino Forbito per riqualificare il Giardino Sambuy di Torino.
La cura del Giardino Sambuy
Verde, sostenibilità e cultura come promotori di rigenerazione urbana. Su queste tre parole chiave si fonda, da oltre 10 anni, il lavoro di Giardino Forbito. “Siamo entrati nel parco, sito proprio di fronte alla Stazione Porta Nuova, nel 2015 per gestire il gazebo presente al suo interno” racconta Greta Stella, Responsabile Fundraising. “La struttura fu poi dichiarata inagibile, ma abbiamo deciso di rimanere come presidio. Come luogo di passaggio, infatti, il giardino di Piazza Carlo Felice stava diventando un non-luogo abbandonato dalle istituzioni e destinato al degrado sociale”.
Crowdfunding civico: il progetto Seminato
Il primo passo è stata l’organizzazione di un mercato agricolo, che è diventato un momento fondamentale di socializzazione su cui poi si è costruito il progetto di evoluzione sostenibile per il Giardino Sambuy. “Ideato con l’aiuto dell’architetta paesaggista Elisa Campra e dell’agronoma Laura Storero, Seminato parte dalla pulizia e cura del parco per recuperarne la storia botanica (fu realizzato nel 1861 dall’architetto Jean Pierre Barrillet Deschamps) e pianificare piantumazioni che abbiano una funzione ecosistemica. Si tratta infatti di piante che sostengono la biodiversità e sono in grado di assorbire inquinanti e polveri sottili”.
Crowdfunding civico: cittadini in prima linea
I beni comuni non sono da considerare esclusiva responsabilità degli enti pubblici, per quanto spesso colpevolmente assenti. “Sono patrimonio non della città, ma dei cittadini che la compongono. Per questo, senza polemica, abbiamo il diritto e anche il dovere di agire senza aspettare le istituzioni. Abbiamo così pensato alla forma di fundraising più adatta e coerente per questo progetto: il Crowdfunding civico. Non ci eravamo mai approcciati a questo strumento, ma tramite la nostra Presidente Antonella Giani abbiamo conosciuto Rete del Dono e scoperto quanto fosse facile attivare una campagna”.
Il passaparola: le gambe del Crowdfunding civico
Per dare gambe a progetti territoriali basta un luogo e una comunità. E nel caso torinese il potenziale per rilanciare l’impegno civico locale c’è. “All’inizio parlare di una raccolta fondi è stato difficile, ma pian piano il racconto concreto del progetto ha dato i primi risultati. Sta funzionando l’interazione umana in presenza, sia per gli abitanti di Torino sia per i turisti che da quella piazza transitano. Ci aspettiamo una reazione a catena data dal passaparola e da iniziative che generano connessioni inattese”. Come il torneo benefico organizzato dal Circolo di burraco tramite il Comitato Puliamo Torino, che ha portato al parco 140 persone.
Il Crowdfunding civico aiuta la partecipazione
Occasioni di diffusione del progetto sono le prime piantumazioni, gesti concreti e visibili. “La piantumazione dei primi alberi di vite è stata un’attività che ha portato le persone al parco, che le ha fatte sentire parte di qualcosa al di là dei rendering presenti sul nostro sito. Segno che, quando vengono proposte delle soluzioni di cui si riconosce l’impegno, le persone sono disposte a sostenerle attraverso tempo e donazioni. Anche per chi non ha mai partecipato a un crowdfunding – conclude Greta Stella – questa è la forma di contributo percepita come la più naturale per prendersi cura, dal basso, di uno spazio che è di tutti e di ciascuno”.