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Il Crowdfunding è una risorsa non solo per gli enti del terzo settore, ma anche per gli Enti locali che vogliano coinvolgere le comunità del proprio territorio. È quanto emerso dal panel a cui abbiamo partecipato all’interno del Crowdfunding Festival 2022, tenutosi l’8 giugno a Bologna.

Le piattaforme di crowdfunding: hub di innovazione

Le Pubbliche Amministrazioni possono porsi come soggetti facilitatori e co-finanziatori di progetti locali, sostiene Angelo Rindone, forte della sua esperienza con i Comuni di Venezia e Milano. Perno di questi processi però stanno diventando le piattaforme di crowdfunding come Produzioni dal Basso o Rete del Dono: “Con le nostre competenze tecniche e know how digitale, siamo i punti di riferimento e i luoghi per progettare e poi dare avvio a iniziative di innovazione sociale in grado di coinvolgere stakeholder di ogni tipo: privati, banche, aziende, comunità”. E anche centri di formazione: ecco perché lo European Crowdfunding Network (organizzatore del Festival insieme a Fondazione La Fenice) e ART-ER hanno ideato una blueprint con le linee guida per Enti Locali sul match-funding per la rigenerazione urbana.

I 3 bisogni delle ETS del 2022

Il lavoro che stiamo portando avanti con le Fondazioni bancarie, ma anche il Premio Crowdfunding per la Cultura, va incontro alle tre esigenze più evidenti delle organizzazioni non profit in questo momento storico:

  • lavorare in un’ottica di sostenibilità a partire dalla progettazione fino ad arrivare alla raccolta fondi;
  • proporre nuove progettualità che vengano davvero incontro alle esigenze del proprio territorio;
  • coinvolgere la comunità in uno spirito di cittadinanza attiva e partecipazione al bene comune: una chiamata che non arriva solo al momento della richiesta di donazione, ma essendo partita dalla co-progettazione trova le persone già sensibili e attente al progetto.

Perché le Fondazioni bancarie

Ecco perché è particolarmente vincente lavorare con enti di secondo livello fortemente radicati sul territorio: se GINGER collabora con Emil Banca nel progetto “Abbiamo un cuore in comune” (presentato da Luca Borneo e Serena Carletti), noi di Rete del Dono lavoriamo da anni a fianco di Fondazioni bancarie come Fondazione CRC e Fondazione CariFano. Questo perché la loro azione si articola su tre assi fondamentali:

  • la diffusione della Cultura del dono e della sostenibilità;
  • la logica di prossimità e di attenzione ai bisogni delle singole comunità;
  • l’attenzione al generare un impatto positivo per il miglioramento della vita nelle proprie comunità di riferimento.

Perché il Crowdfunding

Lo strumento del crowdfunding è l’ideale per avviare processi di empowerment dei territori perché:

  • lavora in ottica progettuale, funzionale alla realizzazione di progetti disegnati sui bisogni delle singole comunità: un crowdfunding di successo è il validatore più netto di un percorso che è davvero stato dal basso, perché ogni donatore vuole concretamente vedere quel progetto realizzato sul proprio territorio;
  • funziona da connettore di realtà diverse, ampliando le reti sociali di un’organizzazione: comitati di quartiere, enti pubblici, associazioni…;
  • avvicina al digitale le organizzazioni in fase di startup o meno strutturate: una campagna di crowdfunding è un ottimo punto di partenza per imparare a lavorare su progetto, soprattutto per chi non ha una strategia di fundraising definita. La formazione che eroghiamo, oltre a presidiare meglio i canali digitali, aiuta la creazione di un database di sostenitori a partire dal quale implementare ulteriori azioni di raccolta fondi.

Fondazioni bancarie e Rete del Dono: i risultati

Il Crowdfunding va oltre la raccolta fondi: è la consapevolezza che abbiamo raggiunto osservando l’impatto che i nostri bandi hanno sugli ETS partecipanti:

  1. Una crescita nelle competenze di networking, raccolta fondi e digitali.
  2. Un maggiore e più consapevole presidio dei canali web e social.
  3. L’ampliamento della community di sostenitori e beneficiari.
  4. La creazione di partnership e alleanze di scopo: le campagne di crowdfunding hanno spesso attirato l’attenzione di aziende del territorio e di grandi donatori con cui poi sono nate nuove progettualità.

 

Valeria Vitali

Dopo una laurea in Scienze Politiche presso Università degli studi di Pavia e un Master in Cooperazione e Sviluppo a Barcellona, ha iniziato il suo percorso professionale in Italia, occupandosi di comunicazione, per poi allargare i suoi orizzonti all’estero. È proprio qui che nasce l’idea di Rete del Dono, l’idea di diffondere in Italia una rivoluzione culturale che avvicini le persone al dono, inteso come gesto di impegno civile. L’innovazione digitale ha fatto la sua parte, facilitando e dando maggior concretezza a questo progetto costruito insieme ad Anna Siccardi.

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