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La crescente digitalizzazione offre numerose opportunità alle organizzazioni non profit per la gestione di una raccolta fondi. Ecco come coglierle strutturando una strategia di crowdfunding efficace

Il crowdfunding richiede una strategia sempre più specifica e mirata. Le buone performance che le piattaforme di crowdfunding stanno registrando, con un aumento delle donazioni, così come degli importi medi, rappresentano un trampolino di lancio per strutturare una strategia sempre più efficace. Realizzare una campagna di raccolta fondi significa lavorare sulla brand awareness. Imparare a conoscere le diverse tipologie di donatori. Ampliare i punti di vista, lavorare in modo efficace sui social media sviluppando una strategia di marketing trasversale.

Per rendere efficace una raccolta fondi personale o una campagna di crowdfunding è fondamentale puntare sulla digitalizzazione. La realizzazione del tuo progetto passa quindi necessariamente da un digital check up dell’organizzazione di riferimento. Tenendo sempre conto che le campagne di crowdfunding devono essere sostenute da una struttura solida e dai giusti strumenti. Uno su tutti il database contatti, che può essere davvero determinante nella riuscita di una campagna di crowdfunding. Vediamo quindi lo stato attuale della situazione e alcuni consigli per ottenere una performance soddisfacente.

La forza del digitale

Negli ultimi anni l’urgenza della digitalizzazione ha travolto tutti i comparti, non solo il Terzo Settore, che in larga misura si ritrova ora a dover trasferire quasi ogni processo online. Dal reclutamento e coordinamento dei volontari, all’approvvigionamento e non ultimo al fundraising. L’adozione di strumenti digitali deve poggiare sulla consapevolezza dei costi e delle opportunità. E le decisioni strategiche relative agli investimenti, così come alle strategie di comunicazione, dovrebbero essere supportate dove possibile da dati oggettivi. Il crowdfunding può trarre dal digitale una nuova linfa, sfruttando al massimo le opportunità  offerte dal web.

L’importanza dei dati in una strategia di crowdfunding

Occorre dunque uno sforzo tecnologico diffuso per dare la possibilità alle organizzazioni non profit, che portano avanti campagne di raccolta fondi su piattaforme di crowdfunding, di consultare in tempo reale alcuni dati di performance delle loro campagne. Dati che consentono di calibrare i propri sforzi in comunicazione, ma anche di conoscere meglio per via indiretta i comportamenti della loro community di donatori.

Alcune piattaforme di crowdfunding, come Rete del Dono, offrono un servizio Premium che permette alle organizzazioni di consultare un proprio “cruscotto” di dati statistici e verificare l’andamento della campagna. Ad esempio, da quale tipo di device i loro donatori effettuano le transazioni (desktop o smartphone). Quale sistema di pagamento scelgono, in media quanto donano, e soprattutto come “convertono” le loro pagine (vale a dire quanti accessi si trasformano in donazione). Grazie a queste preziose informazioni è possibile riorientare l’organizzazione e la comunicazione del proprio progetto, rendendola più mirata ed efficace.

Le tendenze in corso

I dati relativi agli ultimi anni, mostrano una crescita della donazione media da parte degli utenti, che arriva a sfiorare gli 80 euro per le campagne di personal fundraising (promosse quindi dagli individui) e i 160 euro per le campagne di crowdfunding (grazie in questo caso al sempre più frequente contributo delle donazioni aziendali). Un altro dato interessante emerge dall’analisi dei sistemi di pagamento. Il 40% in media delle transazioni avviene ormai attraverso i wallet (Paypal e Satispay) contro un 47% tramite la tradizionale carta di credito. Con punte però che arrivano al 70% delle transazioni in quelle campagne di crowdfunding che si sono rivolte ad un target più giovane.

La conversione e il ruolo della community

Veniamo ora al dato di conversione, il cosiddetto “conversion rate” con cui quotidianamente si confrontano gli e-commerce e con cui sempre di più dovrà confrontarsi il fundraising online. Le campagne di crowdfunding hanno in media performance migliori degli e-commerce. Siamo su una media del 2,2% con punte che arrivano anche al 5%, contro l’1% circa dell’e-commerce in Italia. Possiamo quindi dire che, almeno in questo, la digitalizzazione del non profit è addirittura più efficace di quella del mondo profit.

Questo, probabilmente, perché il non profit può contare su una community molto motivata e consapevole. Chi naviga su una piattaforma di crowdfunding è determinato ad effettuare una donazione. È chiaro quindi che il lavoro sulla fidelizzazione della propria community è determinante in una strategia di crowdfunding. Occorre mantenere sempre aperto e attivo un canale diretto con i donatori, informandoli sull’andamento delle campagne e incentivandoli a raccontare la propria esperienza. Sfruttando, in particolare, la facilità di comunicazione che caratterizza i social media.

Anna Maria Siccardi

Laureata in Fisica presso Università degli Studi di Torino. Imprenditrice attiva nel settore dell’innovazione digitale sin dal 1998, ha partecipato alla nascita e allo sviluppo di aziende web quali CHL, Bakeca, Seolab, Wickedin, Jojob. E’ membro del Comitato esecutivo del Club degli Investitori di Torino. Nel 2011 ha fondato Rete del Dono insieme a Valeria Vitali e da allora si occupa di trasformazione digitale del Terzo Settore.

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