Da sempre lo sport riveste un ruolo sociale importante ed è veicolo di inclusione, aggregazione e benessere. Senso di appartenenza e partecipazione sono valori che possono favorire la coesione sociale e stimolare la collaborazione tra le persone. Anche l’Agenda 2030 ne ricorda l’importanza. Pur non avendo un SDG specifico per lo sport, il suo potenziale contributo è menzionato in modo esplicito nell’introduzione dell’Agenda 2030 che riconosce lo sport come “un importante strumento per migliorare l’educazione, la salute, lo sviluppo e la pace”. Ne abbiamo parlato giovedì 5 ottobre in occasione dell’XI edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale intitolata Abitare il cambiamento.
Sport e solidarietà
Da questo presupposto è partito il panel da noi moderato Sport, strumento di cambiamento per la sostenibilità. Crediamo da sempre nel binomio sport e solidarietà e fin dal principio abbiamo coinvolto la community dei runner e in generale degli sportivi. La nostra mission è avvicinarli alla cultura del dono e alla bellezza di affiancare alla propria sfida sportiva quella solidale, per contribuire a rendere la nostra società più coesa e generativa. Lavorare a fianco del team di Milano Marathon per la Milano Marathon Charity Relay ci ha permesso di fare la differenza e di diffondere la cultura dello sport quale grande veicolo di inclusione sociale, solidarietà e sostenibilità.
I numeri della Milano Marathon sono sempre in aumento. Dal 2010 al 2023 le staffette solidali sono passate da 400 a quasi 4.000 e hanno raccolto oltre 1 milione e 35mila euro, rendendo la gara meneghina il secondo evento sportivo charity più importante al mondo dopo la London Marathon. “L’idea di suddividere il percorso in 4 parti da 10 km ha permesso di includere chiunque in questa manifestazione” racconta Luca Onofrio, Responsabile Mass Events di RCS Sports&Events. “Lo sport è la chiave per raccontare storie e attrarre il mondo del running verso problemi che si possono affrontare insieme. Ma avviene anche viceversa, come nel mio caso: ho iniziato come staffettista per sostenere un ETS e mi sono poi appassionato alla corsa”.
Sport solidale, driver di inclusione e benessere
Per le aziende la Milano Marathon è anche l’occasione per fare team building. Condividere la fatica tra colleghi è infatti un collante potente. “Saper giocare di squadra è un valore fondamentale in un contesto organizzativo” spiega Federico Maria Angeloro, ESG Manager di PQE Group. “Il linguaggio universale dello sport poi permette di incontrare mondi lontani dal nostro: è il caso di alcune calciatrici e calciatori in fuga dall’Afghanistan che abbiamo sostenuto tramite l’Associazione Cospe e che vogliamo coinvolgere in alcune partite con realtà del nostro territorio”. Nell’era dello smart working, poi, i piani di wellbeing aziendale sono quell’offerta in più per rendere l’ufficio un luogo di socialità.
Sport solidale coinvolgere i dipendenti
“Cresce anche l’engagement delle proprie persone” prosegue Angeloro. “Tramite un’App di tracking messo a disposizione dall’azienda, tanti nostri dipendenti hanno iniziato ad allenarsi insieme. A quel punto abbiamo aperto delle challenge tra team, con in palio del denaro da devolvere in beneficenza”. La possibilità di fare sport insieme è attivatore di processi anche secondo Giuliano Guinci, Rappresentante in Italia di Fondazione Entain che sostiene progetti di inclusione sociale attraverso lo sport. “Abbiamo coinvolto tutte le nostre persone anche nella scelta dei progetti da sostenere. Anzi, spesso le associazioni sono presentate direttamente dai nostri dipendenti, che in alcuni casi ne sono anche soci”.
Sport solidale, driver di cambiamento
La sostenibilità, insomma, non può essere solo un maquillage di facciata, ma l’esito di una cultura d’impresa in costruzione. “Prima era raro che le aziende sostenessero progetti non direttamente collegati al proprio business. Oggi l’approccio sta cambiando” continua Guinci. E se si tende verso un cambiamento strutturale, allora non è secondario neanche il modo in cui un evento viene organizzato. “Eventi sportivi, associativi e aziendali devono rispettare gli standard di sostenibilità ISO 20121” consiglia Luca Guzzabocca, CEO di Right Hub. “Nei nostri eventi poniamo attenzione a ogni aspetto, dallo spreco di cibo tramite accordi con il Banco Alimentare all’inclusione lavorativa di persone con disabilità”. Azioni necessarie per minimizzare l’impatto ambientale e massimizzare quello sociale.