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Per un personal fundraiser, soprattutto se runner, realizzare video è oggi la strategia più facile e veloce per appassionare amici e conoscenti alla sua corsa e alla sua causa. Se un tempo era difficile realizzare video e costoso caricarli e guardarli online, oggi sono lo strumento più apprezzato.

Secondo una ricerca di Wyzowl, il 68% degli utenti considera i video brevi il mezzo migliore per imparare qualcosa. Perché? Perché la nostra attenzione a schermo è limitata, non superiore agli 8 secondi per gran parte degli utenti. Inoltre i video richiedono meno sforzo rispetto alla lettura.

Quando parliamo di brevità si intendono i 15-20 secondi medi di una story di Instagram, così come i 30 secondi di un video di TikTok. Comunque mai sopra i 60-90 secondi, che sono già tanti.

Parliamo inoltre di contenuti non professionali. Questo perché noi siamo abituati a vedere video brutti, come quelli che ci arrivano dai parenti o sui gruppi di whatsapp. Perciò un contenuto professionale è visto come inadeguato ai canali digitali, a volte anche uno strumento per fregare.

Proprio per questo nella ricerca Donare 3.0 del 2022, è emerso che molti donatori vorrebbero dirette live sui social per mostrare il lavoro sul campo delle non profit. Perché pensano che questo sia uno strumento di trasparenza, e la predilogono alla qualità.

Quale tipologia di video scegliere?

Per tutti i runner fundraiser, la scelta sui video da fare si divide tra:

  • video di racconto in prima persona
  • video di racconto con le scritte

I video di racconto in prima persona sono contenuti registrati da soli o comunque mantenendo in primo piano se stessi. Qui non importa proprio per niente la qualità, è importante metterci la faccia, meglio ancora se il fundraiser ci mette anche la propria voce. Piacciono perché alle persone piace guardare in faccia chi sta raccontando. Il video di Kiara ne è un esempio: spiega come corre con una malattia cronica. Le riprese sono “home-made”, ma la sua solarità vince su tutto.

 
 
 
 
 
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I video con le scritte sopperiscono all’imbarazzo di parlare con i testi in sovrimpressione, inseriti attraverso le app. Suggerimento: i testi in sovrimpressione sono utili sempre, perché le persone guardano il cellulare muto, e anche i video. Per questo le scritte compensano l’audio.

 
 
 
 
 
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Come fare i video?

Noi suggeriamo una serie di applicazioni per mobile per poterli fare. Tra queste ve ne sono alcune minimamente più professionali ma alla portata di tutti, con alcune possibilità a pagamento

  • InShot
  • mojo
  • Instories
  • CapCut

Poi ve ne sono altre non a pagamento ma molto intuitive. Su queste però ci teniamo a dare l’attenzione su una: TikTok. L’editor di TikTok è facilissimo, e molto chiaro. Permette di avere layout pronti (come le app sopra) dove inserire soltanto immagini, foto, o i video che avete registrato, da scegliere solo alcuni spezzoni. Poi aiuta a inserire scritte, musiche ecc.

Cosa raccontare nei video?

Un runner solidale ha tante opportunità. Ne citiamo alcune:

  • Allenamenti, primi piani dicorsa
  • Momento sportivo di gruppo
  • Errorie o incidenti nella corsa
  • Racconti post allenamento (fatica)
  • Scarpe, materiali nuovi, raccolta dei pettorali
  • Cambi della staffetta durante la maratona
  • Commenti al cambio staffetta
  • Sfida solidale
  • Video con i beneficiari della non profit o i volontari

Ma ci sono anche altri contenuti a cui pensare, per esempio correre con gli animali, i dolori, la muscolatura che cambia. Un tema che non è da sottovalutare sono gli amici, soprattutto i ringraziamenti agli amici. Piacciono tantissimo, specie se si taggano le persone. Sono un bellissimo modo per creare una community intorno alla propria causa.

Ultimo passaggio, la call to action. Invitare a donare con il link è importante, ma non sempre. Soprattutto se parliamo di 10 stories, avere l’invito in ogni story è insopportabile. Il suggerimento è di centellinarlo bene, mentre è importante che ciascun runner inviti spesso i suoi follower a seguirlo sui social nella preparazione della maratona.

Riccardo Bianchi

Digital Marketing Manager presso Fps Lab, passato da giornalista professionista e futuro da portiere di serie A. Appassionato di digital e non profit.

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