Ad ogni Personal Fundraiser sportivo la sua disciplina: c’è chi corre, chi va in bicicletta e chi cammina. Chi fa più fatica, chi merita maggiori donazioni? Non è la domanda giusta da porsi. Di certo, però, imprese di grande fascino sono quelle che si svolgono in montagna, al cospetto di vette che allo stesso tempo spaventano e attirano a sé con il gusto irresistibile della sfida. Due avventure in alta quota dei nostri Personal fundraiser in montagna.
Personal fundraiser in montagna: Marcus alla Dolomites Skyrace
Non camminare, bensì correre in montagna. È ciò che da qualche anno ha iniziato a fare Marcus Vukojevic, nel meraviglioso contesto delle Dolomiti della Val di Fassa dove abita. “Alla mia prima partecipazione alla DoloMyths Run Skyrace, lunga 22 km, ho chiuso 155º su 800 con un tempo di 2 ore e 47 minuti. Quest’anno, nell’edizione svoltasi il 15 e 16 luglio scorsi, puntavo a stare sotto le 2 ore e mezza. Ho però voluto abbinare alla mia impresa sportiva anche quella solidale, raccogliendo fondi a sostegno di Fondazione AIRC”. Una scelta naturale, per chi in passato ha toccato con mano il rischio di perdere un proprio caro a causa del cancro. Marcus, così, ha contattato AIRC che lo ha subito supportato, suggerendo Rete del Dono come piattaforma.
Due gare per la stessa raccolta
“La campagna Dolomites Skyrace – In vetta per AIRC è nata in un lampo e per me è stata una spinta motivazionale in più”. E se la gara non è andata esattamente secondo i piani, il sorprendente supporto sui social lo ha convinto a raddoppiare l’impegno. “Ho completato la salita con un tempo di 20 minuti inferiore, ma in discesa un infortunio mi ha rallentato molto e non ho raggiunto l’obiettivo sportivo. Quello solidale però è più vivo che mai, perché ho deciso di bissare e il 26 agosto rilancerò la campagna partecipando a un’altra gara di trail running. Tanto chiedere non costa nulla e, come alcune persone mi hanno scritto, queste iniziative possono essere d’ispirazione per altri”.
Personal fundraiser in montagna: Leonardo in cima al Monte Bianco
Una sfida che verrà raccontata in un video su YouTube, ma anche un mezzo per sensibilizzare sulla ricerca sul cancro. Leonardo Urbani ama ispirare i suoi followers, soprattutto su YouTube e Instagram, con video in cui affronta varie imprese partendo da zero. “Voglio mostrare quanto potenziale ci sia dentro ognuno di noi. I canali social possono, devono essere usati per fare del bene e così ho deciso di unire all’impresa di scalare il Monte Bianco una raccolta fondi in favore di Fondazione AIRC”. Obiettivo di settembre, dunque, raggiungere il tetto d’Europa e portare a 4.807 m di quota la bandiera di AIRC con stampati i nomi di tutti i donatori della campagna Sul Monte Bianco per AIRC.
Una sfida per attivare i propri followers
Una prima volta sia da alpinista che da fundraiser. “Il messaggio anche questa volta è: qualsiasi persona può farlo! Pensa che l’idea me l’ha data un mio follower, incontrato alla Rome the Marathon. Io lo avevo ispirato nel fare running e lui stava correndo per beneficenza. Ho detto: perché non ci ho mai pensato? Poi Rete del Dono è intuitivo, fondamentale poter aggiornare i donatori sui tuoi allenamenti”. E poter entrare in relazione con i donatori tramite pillole video sui social, per Leo è decisivo. “Sento un surplus motivazionale incredibile. Faccio video per ispirare altri, ma lo stupore e la carica mi torna indietro tutta dai messaggi e dalle donazioni. È bello poter attivare i tuoi followers non solo come spettatori dei tuoi contenuti, ma per fare qualcosa di importante insieme”.
