Il digital fundraising sta sperimentando sempre più canali e strumenti, ma forse ancora nessuno si era chiesto come raccogliere fondi con gli NFT (i Non Fungible Token, asset digitali che rappresentano un oggetto del mondo reale). Lo ha fatto Fondazione EY Italia Onlus con la campagna Riding the Blue, che in questo modo ha saputo avvicinare anche il mondo dell’ippica alla cultura del dono.
Dal profit al non profit
Un primissimo progetto per usare la tecnologia blockchain nel fundraising era stata sperimentata durante il Covid, spiega Tiziana dell’Orto, Segretaria Generale di EY Foundation. “Era stato un modo per tracciare nel modo più trasparente le donazioni e dare ai donatori la certezza della destinazione finale dei fondi”. A questo si è aggiunta un’altra sperimentazione di EY in collaborazione con Fieracavalli Verona: “Abbiamo applicato gli NFT, finora usati soprattutto per certificare la proprietà di un’opera d’arte, al mondo dei cavalli come certificati di proprietà di un cavallo. Da qui l’idea di utilizzarli anche per sostenere il progetto di ippoterapia per i disturbi dello spettro autistico del prof. Leonardo Zoccante”.
Una campagna non elitaria
Inizialmente si è pensato a un’asta benefica tutta in criptovalute, con in palio 7 caschi KEP da equitazione serigrafati in modo unico da un’artista e dotati di un apposito NFT. “Un’idea innovativa, che però avrebbe limitato molto la platea di donatori. Così abbiamo proposto un Crowdfunding con più livelli di premialità, con NFT digitali e ingressi a Fieracavalli, in programma dal 3 al 6 novembre scorsi”. Individuata ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo) come destinataria della raccolta fondi e ottenuto il patrocinio della FISE (Federazione Italiana Sport Equestri), la raccolta è poi stata promossa con uscite stampa e l’attivazione anche sui social di molti testimonial del mondo dell’ippica.
Unire digitale ed eventi in presenza
Il reward del casco fisico era legato a una donazione superiore ai 1.000 euro. Se però la campagna ha superato i 30.000 euro lo si è dovuto anche a un ultimo step, questa volta non digitale. “Abbiamo creato una Charity Dinner in occasione della serata inaugurale della manifestazione fieristica, con la presenza di numerosi testimonial e personalità. Abbiamo riservato l’accesso ai donatori oltre i 2.500 euro, ai quali durante la serata abbiamo consegnato ufficialmente i KEP”. È stata insomma una campagna composita e complessa, che ha dovuto trovare la chiave per rivolgersi ai giusti donors tenendo conto delle specificità del target legato al mondo dell’equitazione. “Il risultato che più ci gratifica è aver sensibilizzato questo settore sulle tematiche ESG. È il nostro compito: fare da trait d’union fra Terzo Settore e aziende per aumentare il loro impatto sociale”.