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Chi non si reinventa è destinato a fallire, e questo è ancora più vero nel mondo del fundraising. Ecco perché Reinventing 2022, in programma il 6 e 7 ottobre a Milano, avrà al centro innovazione, crescita e cambiamento. All’evento parteciperà anche Rete del Dono, che insieme a BVA-Doxa, approfondirà le modalità di comunicazione più adatte per relazionarsi con i donatori.

Reinventing 2022 Masterclass: il programma

“Ogni anno proviamo a rinnovare il format per renderlo sempre più coinvolgente” spiega Francesco Quistelli, CEO di Atlantis Company e ideatore di Reinventing. “Abbiamo voluto rendere questa settima edizione altamente di valore per i professionisti del Terzo Settore”. Il primo giorno infatti è scandito da 4 Masterclass in ambito fundraising, comunicazione, leadership e mindfulness: “Siamo molto orgogliosi e felici di avere tra gli speaker Ken Burnett, considerato un guru mondiale della raccolta fondi”.

Reinventing 2022 Conference: il programma

L’indomani va in scena invece Reinventing 2022 Conference, una giornata di formazione e networking con quasi 30 relatori e 6 speech. Molte voci lontane dal mondo non profit che garantiranno un approccio disruptive in grado di ispirare il settore. “L’atleta estremo Danilo Callegari parlerà del superamento dei propri limiti; il vocal coach Stefano Volpe spiegherà l’importanza della voce e del linguaggio per creare empatia nelle relazioni e nelle interazioni sociali; il filosofo Matteo Saudino ci ricorderà come il valore della solidarietà sia ancora più centrale nel mondo di oggi”.

L’arte di coinvolgere il donatore

Il secondo giorno, venerdì 7 ottobre alle 09:15, avremo l’opportunità di llustrare, la ricerca qualitativa di Donare 3.0 condotta da BVA-Doxa e promossa da PayPal e Rete del Dono, L’Arte di coinvolgere il donatore: pratiche virtuose per una relazione davvero duratura. “Quest’anno ci siamo focalizzati su come è cambiata la relazione tra le organizzazioni e i loro donatori o prospect” dice Daniele Gueli, Research Manager di BVA-Doxa. “È emerso che per una relazione duratura è necessario che le organizzazioni coinvolgano i sostenitori anche in momenti lontani dalla donazione”. Un’esigenza espressa dalla grande maggioranza degli intervistati, che chiede di essere più considerata e inclusa nelle cause che sostengono: “Oggi con gli strumenti digitali è facile e poco costoso raccontare le proprie attività o un dopo campagna: basta una diretta Facebook, una news sul sito con foto e video, una Newsletter di approfondimento”.


Il non profit per guardare al futuro

Ai donatori insomma interessa interagire: non si accontentano più della forma banchetto (finalizzata alla raccolta fondi) per entrare in contatto con le organizzazioni. Se sulla capacità di comunicare bene ciò che si fa e di dare voce ai sostenitori il non profit è indietro rispetto al profit, Quistelli però ricorda che il Terzo Settore ha la naturale capacità di intercettare valori e ideali che danno speranza e permettono di guardare al futuro: “Tra pandemia e guerre in atto, il non profit è stato in grado di adattarsi e rinnovarsi e, in un momento di crisi e di crescita dei bisogni come questo, ha svolto il compito fondamentale di mantenere la coesione sociale”. Il processo di aziendalizzazione è dunque è necessario per rispondere meglio alla chiamata di responsabilità che la società fa al settore non profit.

 

Valeria Vitali

Dopo una laurea in Scienze Politiche presso Università degli studi di Pavia e un Master in Cooperazione e Sviluppo a Barcellona, ha iniziato il suo percorso professionale in Italia, occupandosi di comunicazione, per poi allargare i suoi orizzonti all’estero. È proprio qui che nasce l’idea di Rete del Dono, l’idea di diffondere in Italia una rivoluzione culturale che avvicini le persone al dono, inteso come gesto di impegno civile. L’innovazione digitale ha fatto la sua parte, facilitando e dando maggior concretezza a questo progetto costruito insieme ad Anna Siccardi.

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