I social media sono in grado di amplificare l’audience di una campagna di raccolta fondi, massimizzandone l’efficacia: ecco come impostare una strategia vincente
I social media possono aiutarti a raccogliere fondi e a raggiungere potenziali donatori per la tua campagna di crowdfunding. Una ricerca pubblicata nel febbraio del 2023, condotta da We are Social e Meltwater, conferma ciò che in fondo sappiamo già, ricavandolo dalla nostra esperienza quotidiana: in Italia 50,7 milioni di persone, ossia l’86% del totale, è connessa a Internet, e di queste 44 milioni utilizzano i social. Ecco perché i social media per ogni raccolta fondi sono cruciali.
L’estrema diffusione e capillarità dei social media e dei social network non è l’unico aspetto su cui concentrarci: è noto infatti come, pubblicando contenuti o seguendo determinati canali, ogni utente lascia molte informazioni su di sé e sui suoi valori. Ciò permette una targettizzazione davvero mirata e quindi la possibilità di raggiungere le persone più predisposte ad ascoltare il nostro messaggio.
Social media e non profit
Tra social e mondo non profit, sin dagli esordi, si è instaurato un ottimo rapporto. Il mondo del Terzo Settore usa i social con successo per cercare visibilità e sensibilizzare alla propria causa. In quasi 10 anni, oltre all’emergenza Coronavirus, che ha accelerato i processi di digital transformation, la tendenza è sempre stata quella di maggiori investimenti sui canali digitali e sui social in particolare. Negli ultimi anni la simbiosi è divenuta ancora più forte e oggi le varie piattaforme social hanno speciali procedure per fare sì che utenti e associazioni possano creare, sponsorizzare e gestire le raccolte fondi. È possibile sviluppare relazioni più strette con i donatori e tenerli aggiornati su tutte le novità ad un costo davvero basso. Secondo NP Source ben il 55% degli utenti che interagiscono con un’organizzazione non profit sui social è un utente che realizza azioni concrete, dona oggetti o denaro, oppure fa volontariato o partecipa agli eventi.
Come costruire una strategia social media per raccolta fondi
Non è raro che nuovi donatori arrivino all’associazione proprio attraverso i social. I canali social spesso non sono altro che un’integrazione di più strumenti (eventi, chiamate dirette, messaggistica…) che possiamo gestire in modo sincronizzato, ottimizzando le possibilità di raggiungere persone disposte a supportare la nostra causa. Ecco quali sono gli obiettivi da porsi e i passi da seguire per sviluppare una campagna social per la tua raccolta fondi.
- Costruire una community. Le persone che ti seguono sono quelle che condividono la mission della tua organizzazione, sono i sostenitori più convinti che si riuniscono e hanno l’opportunità di incontrarsi e discutere. Su Facebook le community hanno molto spazio di manovra, con la possibilità addirittura per gli utenti di condividere i propri contenuti.
- Mantenere aggiornati e coinvolti i donatori esistenti attraverso post, notizie e campagne; inoltre potrai rendere il tutto un po’ più interattivo utilizzando sondaggi, concorsi o quiz.
- Trovare nuovi sostenitori, aumentando la propria copertura: è possibile farlo in tanti modi, anche utilizzando una campagna hashtag, che ha la capacità di raggiungere anche gli amici e i contatti dei fan/follower.
- Utilizzare gli strumenti di sponsorizzazione delle diverse piattaforme social e metterle in sinergia con le campagne di comunicazione più tradizionali, come una campagna sulla carta stampata.
- Puntare sui gruppi: su Facebook si tratta di realtà spesso molto numerose di persone che si riuniscono attorno a un determinato tema o necessità. Puoi lasciare dei messaggi da parte della tua organizzazione non profit se pensi che possa essere di interesse.
L’importanza dei contenuti nei social media per raccolta fondi
Per creare una campagna di fundraising sui social che funzioni non dimenticare di veicolare contenuti di qualità, che creino engagement, ossia coinvolgimento. Per questo studia il messaggio e i contenuti multimediali in modo attento, dedicando il tempo che serve ad individuare il taglio giusto. Ovviamente una delle possibilità più efficaci è quella di raccontare, attraverso i social, le storie delle persone che la tua associazione supporta. La testimonianza delle persone direttamente implicate ha la capacità di emozionare, spingendo i donatori a voler contribuire.
Challenge e altre idee creative
Puoi pensare di utilizzare anche una challenge, ossia una sfida, che può essere anche divertente. Un esempio è la campagna di GOSH, importante ospedale pediatrico con sede nel Regno Unito (Great Ormond Street Hospital), che durante il periodo di Natale del 2020 lanciò la #Whamageddon. Obiettivo evitare di sentire, per l’intero periodo festivo, la canzone Last Christmas degli Wham. I partecipanti, se fossero stati “raggiunti” dalle note della canzone, avrebbero proceduto a fare una donazione. E avrebbero pubblicato la loro sconfitta con l’hashtag sui loro profili social.
Un’altra strada per ottenere coinvolgimento è quella che prevede di creare un qualcosa che le persone possano apprezzare ed utilizzare. Un esempio vincente è quello di Refuge, ente che dà assistenza a donne e bambini vittime di violenza domestica. Nel 2020 ha ideato Background of support, uno sfondo scaricabile che poteva essere utilizzato durante le videochiamate su diverse piattaforme all’epoca sovrautilizzate per via dell’emergenza Coronavirus. Il background segnalava i numeri delle vittime di abusi ed era presente un QR code che permetteva di donare in modo semplice e veloce.