Da dopo la pandemia, tante iniziative che avevano scoperto il digitale non sono più tornate indietro. Sono nate così campagne che, una volta tornate anche per strada, sanno ibridare alla perfezione online e offline per sfruttare al massimo i punti di forza di entrambi i canali. È il caso di Zuppa della Bontà di Progetto Arca che in questa nona edizione ha raddoppiato il suo primo obiettivo e ora è vicina a quota 30.000 euro.
Zuppa della Bontà nelle piazze
Un euro a zuppa per garantire migliaia di pasti caldi ai senzatetto nei duri mesi invernali. È l’obiettivo che si pone questa campagna ormai tradizionale, scesa in piazza il 27 e 28 ottobre scorsi. “Quest’anno siamo riusciti a tornare presenti in tutte le piazze che coprivamo anche prima del Covid” spiega Martina Cito, Responsabile Fundraising. “Abbiamo mobilitato anche le nostre unità di Cucina Mobile, che così a lato degli stand hanno potuto fare una dimostrazione di come operano ogni sera. Nel futuro vorremmo coinvolgerle in un Cooking Show che funga da evento di lancio”.
Zuppa della Bontà in digitale
Ancor prima di allestire i banchetti, però, la raccolta aveva già superato i 20.000 euro. Merito del Personal fundraising, che da 2 anni affianca lo sforzo dei volontari attivi nei due giorni dell’evento. “Sul fronte digital, siamo partiti ancora prima dell’anno scorso: il 4 ottobre, in concomitanza con la Giornata del Dono e il compleanno del nostro Presidente. Non tutti i nostri sostenitori, infatti, sentono nelle proprie corde la presenza in piazza o possono garantire un turno. Così, attivare parenti e conoscenti tramite una raccolta fondi su Rete del Dono diventa un’occasione per contribuire ugualmente”.
Sinergia vincente
Molti, però, si attivano sul doppio fronte. “Anno dopo anno notiamo che chi si è impegnato inizialmente solo sul digitale ha poi voglia di andare anche in piazza. Per noi è il massimo, perché entriamo in contatto diretto con chi si era avvicinato tramite l’online. E dopo i due giorni di banchetti, aumentano anche le donazioni su Rete del Dono magari da parte di chi non è riuscito a venire a trovarci allo stand”. Per connettere digitale e offline, l’associazione fornisce ai Personal fundraiser lo stesso sacchetto di zuppa che viene regalato ai donatori anche presso i banchetti.
Oltre il reward istituzionale
A partire dal reward istituzionale, ci sono Personal fundraiser che ci mettono del loro. “Come una nostra sostenitrice, che ogni settimana pubblica sulla sua pagina di donazione una ricetta a base della nostra zuppa. C’è anche chi aggiunge un regalo personalizzato, come un racconto”. E se i veterani vanno con il pilota automatico, è fondamentale la cura dei nuovi. “Dopo una formazione iniziale, li seguiamo con messaggi per ricordare loro le azioni che possono intraprendere. In questa edizione abbiamo aggiunto anche un Q&A a metà campagna”.
I vantaggi di una campagna online e offline
- Allunga la durata dell’evento. Da quando vive anche sul digitale, Zuppa della Bontà non è più un semplice evento di 2 giorni, ma è impostata come una vera e propria campagna di 2 mesi e mezzo.
- Raggiunge molte più persone. Con più tempo per promuoverla, l’entusiasmo dei volontari arriva non solo alle persone che si incrociano in piazza ma anche in modo capillare ai propri contatti.
- Arriva ovunque. Ad essere coinvolte non sono più solo le città toccate dall’evento, ma potenzialmente chiunque sul territorio italiano.
- Permette un’attivazione personalizzata. “Per stare in piazza ci vuole tempo, energia e anche la capacità di non farsi problemi nell’avvicinare degli sconosciuti. Chi invece si trova a suo agio con amici e conoscenti, nell’online trova la propria dimensione”.