One KM closer to a cure to type-1 diabet

#oneKMcloser

Il Diabete di Tipo 1 è una condizione tediosa che ci costringe a essere contemporaneamente pazienti e medici di noi stessi. È come avere due lavori a tempo pieno, mentre si continua con la vita normale.

La ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie che possono aiutarci a gestire questa condizione in modo sempre più efficiente ed efficace, con un impatto positivo tangibile sulla vita di tutti i diabetici - e di coloro che li circondano.

In un mondo ideale, nessuno è obbligato a essere contemporaneamente il proprio paziente e medico, 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, 365 giorni all'anno, ogni anno della propria vita.

Nessuno è tenuto ad ingegnarsi ogni pasto per regolare il dosaggio dell'insulina e garantire la stabilità della glicemia.

Nessuno soffre lo stress quotidiano, le frustrazioni e le limitazioni di vivere con il diabete di tipo 1.

La brutta notizia è che non viviamo in un mondo ideale.

La buona notizia è che abbiamo la caparbietà di avvicinarci il più possibile ad esso.

La ricerca scientifica è il mezzo con cui lo facciamo.

La Fondazione Italiana Diabete ha come obiettivo 100 000€ per sostenere la ricerca ad una cura per il diabete e ad una tecnologia sempre migliore per aiutarci a gestirlo.

La mia campagna di raccolta fondi contribuirà a raggiungere questo obiettivo, partendo con un obiettivo di 1000€.

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Sono Giovanni, ho 26 anni, sono diabetico di Tipo 1 da quando avevo 15 anni e sono un ottimista implacabile.

Fin dal primo giorno, ho deciso di accogliere questa condizione con cui devo convivere invece di resistervi.

"L'ostacolo è la via", direbbero gli stoici, ed è per questo che ho fatto della mia missione personale a vita utilizzare il diabete di Tipo 1 come chiave per migliorare come essere umano.

All'inizio del mio percorso come diabetico, mi è stato detto che avrei dovuto accettare le mie montagne russe quotidiane di glicemia, gli ipoglicemie che saltano alle iperglicemie, e tutta l'incertezza e la frustrazione che questo comporta.

Mi è stato anche consigliato di stare lontano da attività come correre o andare in bicicletta, perché "fanno abbassare la glicemia".

E per molto tempo ho vissuto sulla montagna russa della glicemia, evitando rigorosamente qualsiasi sport.

Poi ho capito che questo non era accettabile. La mia salute a lungo termine era in gioco.

Così ho iniziato a sperimentare con il cibo che mangiavo, per vedere cosa favoriva la stabilità della mia glicemia.

Ho iniziato a correre, per migliorare la mia sensibilità all'insulina e il tempo complessivo nel range.

E ho deciso di documentare tutti i miei esperimenti, errori, scoperte e osservazioni con la comunità mondiale dei diabetici sul mio blog personale The Curious Diabetic (www.thecuriousdiabetic.com).

Da allora, il mio tempo nel range è costantemente al 90%, e corro maratone. Non è stato facile prima, e non è facile ora. Essere sani è il risultato di molte piccole abitudini quotidiane e di un'osservazione e ottimizzazione costante, ancora di più con il diabete di Tipo 1.

Sono ancora nel bosco, impegnato a trovare la mia strada d'uscita!

Siamo fortunati, in un certo senso: il diabete di Tipo 1 rivela così tanti dettagli che altrimenti rimarrebbero invisibili.

Possiamo osservare quali cibi funzionano bene e quali no.

Possiamo osservare come il nostro stile di vita influisce sulla nostra salute - quanto dormiamo, quanto ci muoviamo - e cominciare a collegare i puntini.

L'intero processo di gestione del diabete di Tipo 1 sarà molto più facile in futuro, quando la ricerca scientifica e la tecnologia sanitaria diventeranno più sofisticate e su misura per le esigenze specifiche di ognuno.

Ecco perché ogni mia futura maratona, gara ed evento servirà come contributo a questa causa.

Correrò per il diabete, e ogni chilometro avrà uno scopo chiaro: portarci tutti un chilometro più vicini a una cura per il diabete di Tipo 1.

Se hai voglia di dare anche un piccolo contributo alla Fondazione Italiana Diabete, puoi farlo seguendo il link sopra.

Ti abbraccio con amore e ottimismo!

Giovanni