Un progetto di
Molce Atelier - Sartoria Terapeutica
LA SARTORIA CHE CURA
Molce Atelier è una sartoria terapeutica per donne vittima di violenze domestiche, dal duplice obiettivo:
1. promuovere l’autonomia femminile – anche economica – attraverso l’apprendimento di un mestiere;
2. promuovere l’empowerment e la riabilitazione delle frequentatrici, attraverso il lavoro manuale (in sé curativo e in grado di accrescere autostima) e attraverso un percorso di sostegno psicologico.
Da un lato il laboratorio si svolge sotto la guida di una sarta-stilista, professionista esperta, con l’utilizzo di materie prime sostenibili; la produzione, la distribuzione e la vendita di capi
creano un sistema di economia circolare positivo sia in chiave culturale che economica. Alle utenti, infatti, è riconosciuta una percentuale sulla vendita dei capi.
Dall’altro, nella stessa sede, in un locale dedicato, è attivo su appuntamento uno sportello psicologico per offrire un sostegno alla donna maltrattata, in un progetto di uscita consapevole dalla situazione di violenza, valutando assieme l’invio, in parallelo, ad
altri servizi (es. tutela legale).
Molcere significa lenire, addolcire. È a questo verbo che ci siamo ispirate immaginando l’idea di Molce Atelier: un luogo di crescita e ascolto dove l’aspetto psicosociale e quello economico, grazie alle competenze acquisite, stringono una potente alleanza.
Alle donne troppo spesso mancano “le parole per dirlo”, specie quando il loro background culturale giustifica, o comunque non condanna apertamente, certe subdole forme di violenza psicologica e non solo. Molce Atelier si rivolge alle donne senza diritti e senza possibilità di esprimere emozioni, italiane e straniere, con alle spalle un comune percorso di sofferenza e abusi. La sua sartoria terapeutica serve a sostenerle e indirizzarle, a permettere loro un percorso di autonomia ed empowerment; infine, a ridare loro voce.
In una città multiculturale e proiettata verso il futuro come Milano, spesso le donne non trovano la forza di esprimere il proprio disagio; lontane dalla libertà di pensiero e parola, nonché dall’autonomia economica, paradossalmente sono sempre più in difficoltà. La convivenza forzata aumenta il disagio sociale: la donna è vittima nascosta di una violenza vissuta come normalità. Con il lockdown del 2020, la socialità frammentata e l’assenza di rete ne hanno reso sempre più difficile l’identificazione e la denuncia.
In particolare, il Municipio 9, dove Molce ha fissato la sua base operativa, è una zona multietnica. Per certe donne è doppiamente difficile esprimere un dolore o un timore in una lingua e attraverso i codici di una cultura che non è la propria. Molce Atelier si rivolge alle italiane e alle straniere che hanno alle spalle un difficile percorso di sofferenza e di abusi, ma anche ai loro famigliari, per rispondere al bisogno di diffondere una cultura della non violenza, attraverso eventi, laboratori e incontri ad hoc. Si rivolge agli abitanti del quartiere e della città che vogliono acquisire competenze nel campo della sartoria. Propone anche, in vendita, capi prodotti dalle utenti stesse del servizio.
Chi siamo
Samanthakhan Tihsler ha alle spalle 15 anni di esperienza imprenditoriale nell’ambito della moda etica, i cui criteri ha sempre seguito per produrre la propria linea di abiti. In parallelo, ha avviato l’attività di docenza, tenendo corsi di alta sartoria e modellismo avanzato presso diverse scuole (da due anni, ad Afol Moda) testando con mano quanto le competenze sartoriali e modellistiche siano sempre richieste nel mondo del lavoro ma non solo.
Paola Maraone, giornalista e scrittrice da sempre attenta ai temi del femminile, ha lavorato a Gioia e poi a Elle, spesso occupandosi di diritti delle donne e prendendo parte alle campagne sociali e culturali a esse dedicate, anche attraverso inchieste e interviste a personaggi-chiave e istituzioni attive nel campo (es. Di.Re – Donne in rete contro la violenza). È inoltre psicologa clinica, esperta in terapia di coppia egenitorialità; ha condotto laboratori di psicodramma e moderato dibattiti e incontri con esperti e scrittori sui temi della parità di genere e dell’educazione alla non violenza; frequenta una scuola di alta formazione in Analisi Transazionale presso il Centro Berne di Milano.
Fernanda Muniz viene dal mondo della comunicazione e dell’immagine. Ha lavorato come assistente di fotografi professionisti realizzando servizi per i migliori brand; nel quartiere Dergano-Bovisa, dove vive, ha creato con l’associazione Gastardi – un gruppo di acquisto solidale – un microsistema esemplare di economia circolare, basato sullo slow food e la slow production. Ha contribuito attivamente all’organizzazione di iniziative ed eventi rivolti a cittadini e abitanti del quartiere.
Tutte e tre ben radicate in Zona 9, possono contare su un’articolata rete di contatti con le associazioni e le scuole del quartiere. Da anni lavorano e ragionano, ciascuna con il proprio percorso professionale e personale, sul tema della violenza di genere. Consapevoli che per chi la subisce si tratta di un’esperienza drammatica e difficilissima da condividere e che per contrastarla occorre agire con delicatezza ed intelligenza sul territorio, a partire da piccoli gesti concreti fino allo sviluppo di un progetto organico come Molce Atelier.
Ufficio stampa e comunicazione
Ilaria Solari
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Via Ciaia 8, 20158 Milano